Anche Velletri avrà il suo ascensore inclinato, un progetto avveniristico che segna il secondo della storia dei Castelli Romani, il terzo se si considera quello verticale di recente inaugurato a Lanuvio.
La struttura, finanziata con 2,6 milioni di euro provenienti dall’Unione Europea tramite il progetto Next Generation, collegherà il parcheggio dell’Ospedale pubblico Colombo con la centralissima via Bruno Buozzi e Villa Ginnetti.
Il progetto ha ottenuto l’approvazione sia dal Ministero della Cultura che dalla Soprintendenza Archeologica, oltre al via libera della Giunta guidata dal sindaco Ascanio Cascella.
In passato era stata considerata l’ipotesi di un percorso meccanizzato simile a quelli negli aeroporti, ma l’Amministrazione Comunale, in collaborazione con gli Enti sovra comunali, ha scelto l’ascensore inclinato. Nonostante la conclusione della procedura amministrativa definitiva, l’entrata nella fase esecutiva, e un periodo di circa uno o due anni per la realizzazione, l’ascensore dovrebbe diventare operativo nel prossimo futuro.
Il centro storico di Velletri, già noto per la sua bellezza, è stato soggetto a rigorosi controlli per garantire il rispetto delle normative. L’ascensore sarà integrato nell’ambiente, nascosto alla vista su richiesta del Ministero e della Soprintendenza, preservando così la bellezza della zona. L’uscita dall’ascensore offrirà accesso a percorsi pedonali che rispetteranno i tracciati storici e le preesistenze di Villa Ginnetti.
Il belvedere, oggi limitato a causa delle vicissitudini dei secoli passati, è di proprietà comunale e diventerà un parco aperto al pubblico. Qui, sarà possibile passeggiare e ammirare le camelie durante l’evento decennale all’inizio della primavera. L’antico splendore di Villa Ginnetti si riflette nel portale d’accesso, imponente e decorato, circondato da sentieri rettangolari e aree verdi con alberi e arbusti provenienti da tutto il mondo. Un’area giochi per bambini e spazi per il relax degli adulti completano il ritratto di questa oasi verde.
Articolo a cura di Francesca Giovannini