Purtroppo la cancel culture è una brutta bestia… Accade che un paese che ha avuto fra i suoi illustri concittadini il fondatore della Regia Aeronautica non sia stato ricordato nel centenario (2023) della fondazione dell’attuale Aeronautica Militare.
La sua colpa è quella di essere stato un fascista della prima ora, accanto a Mussolini nella marcia su Roma. Ma Aldo Finzi è una provocazione della storia. Perché quel fascista fu poi trucidato alle Fosse Ardeatine, dove riposa nel sacello 124 e dove è ricordato per il suo ruolo nell’antifascismo:
“Combatté nei giorni dell’armistizio per le vie di Roma insieme agli altri patrioti. Ritiratosi poi nella Campagna della Palestrina fondò la “Banda Finzi” che per mesi organizzò azioni di sabotaggio contro i tedeschi riuscendo a far saltare la polveriera di Valmontone.”
Perché da ebreo si convertì al cattolicesimo. E perché se oggi abbiamo un’arma aeronautica di alto livello lo dobbiamo a lui. Perché è la stessa persona che nel 1922 da sottosegretario all’interno e da vice commissario dell’aeronautica, costituì la Regia Aeronautica.
Questo di Finzi è un ricordo che mi coglie all’interno del foyer di quello che fu un prestigioso teatro, oggi ancora chiuso, il Teatro Principe di Palestrina, in occasione della mostra che la sezione cittadina dell’Associazione Arma Aeronautica vi ha allestito ed è rimasta aperta fino a domenica 15 dicembre.
Domenica mattina poi l’Associazione, alle ore 10 presso la chiesa di Sant’Antonio Abate, ha partecipato alla santa messa, anche in ricordo dei militari che in ogni epoca hanno dato la vita per la difesa della Patria. Nel piccolo spazio sono raccolti una serie di cimeli storici e di pubblicazioni e interessanti i libri di graphic novel.
Una mostra che rende onore ad un’arma militare che nel tempo ha assunto una centralità nelle moderne guerre, come lo stesso fondatore, oltre cento anni fa, predisse:
“La guerra futura sarà dominata dal fattore aereo.” Tragica previsione, oggi purtroppo attuale!
Avrei preferito che a questa mostra fosse dato maggiore risalto ma si sa le “feste natalizie” incombono e poi oggi ricordare un’arma militare non va molto di moda. Perché parlare di aerei militari oggi significa ricordare la guerra che si sta combattendo ai confini dell’Europa e del Mediterraneo. E questo fa paura.
Articolo a cura di Roberto Papa
Resp. Culturale Circolo Simeoni