Muoversi è andare verso le cose, verso le persone, costruire con la mente o con le mani. Spostarsi è la prima cosa che fa un bambino appena ne ha la forza e la coordinazione. E allora vediamo perché ci riesce così naturale andare da un punto all’altro della superficie terrestre.
Già gli esseri unicellulari si spostano in risposta a degli stimoli chimici con movimenti detti “ameboidi”, trascinando lentamente la loro mole da una parte all’altra del terreno di coltura mentre noi li spiamo attraverso i microscopi. E andando in su nella catena evolutiva, sempre più troviamo movimenti, alcuni lenti e tranquilli come quelli della lumaca, altri lesti e impetuosi come gli scatti
dei grandi felini, vedi tigri e ghepardi. In tutti questi esempi i soggetti si muovono essenzialmente per due motivi: andare verso il cibo o fuggire da un pericolo.
E l’uomo? Bene, l’uomo si muove anche per il puro piacere di farlo.
Chi di voi ha ricevuto come consiglio quello di una salutare passeggiata quotidiana dal proprio medico? Sicuramente tante mani alzate tra i lettori. E chi ha seguito questo illuminato consiglio? Come mai tutti quell’aria indifferente? Scherzi a parte, per fortuna piano piano in molti si sono armati di scarpe comode e si sono messi in marcia. Per andare dove, ci si potrebbe chiedere? La risposta è: da nessuna parte. È importantissimo che non si debba andare proprio da nessuna parte. Via la preoccupazione dell’orario di apertura del tale negozio o la fila per il tale ufficio: la camminata/passeggiata deve essere senza un secondo fine. Riappropriarsi dei propri muscoli, del proprio corpo, del tempo e del ritmo umano di vivere. Correre come i folli dalla mattina alla sera, seppur a volte necessario per riuscire a fare tutto quello che la vita ci richiede, è senz’altro deleterio per la vita stessa.
Il camminare, come dimostrano tanti e tanti studi, è il mezzo più semplice per rimanere in forma non solo nel fisico ma anche nello spirito. Camminare, respirare aria esterna, farsi baciare dal sole o bagnare dalla pioggia, osservare il mondo e le sue molteplici forme di vita, scambiare un saluto con chi si incontra, ricordarsi di appartenere a un genere e non essere individui isolati in preda a ogni sorta di problema, rimette ordine nel nostro corpo e nei nostri pensieri.
Dal punto di vista biochimico, camminare a passo regolare permette di utilizzare l’energia prodotta dalla combustione di grassi e carboidrati sfruttando l’ossigeno (lavoro aerobio), limitando la sensazione di dolore e affaticamento muscolare che invece si presenta quando si fanno sforzi intensi e brevi (lavoro anaerobio).
Studi scientifici hanno dimostrato che camminare è un freno ai chili di troppo, nel senso che contrasta gli effetti delle vie genetiche che promuovono l’aumento di peso.
Inoltre, una passeggiata fa produrre endorfine, i cosiddetti ormoni della felicità, che fanno diminuire la voglia di dolci e di cibo consolatorio e sono un toccasana per l’umore.
Il movimento regolare, poi, riduce i dolori legati alle patologie osteoarticolari perché mantiene i muscoli forti e turgidi e più pronti a sostenere il peso del sistema scheletrico.
Dal punto di vista immunitario, camminare almeno 30 minuti al giorno può aiutare a rafforzare le attività delle cellule B e T, i nostri soldati contro gli attacchi batterici, micotici e virali.
Quindi, la prescrizione del giorno è: spegnete i dispositivi elettronici da cui state leggendo questo interessantissimo articolo e andate incontro al mondo, passeggiando.
Dr.ssa Valentina Buonuomo
Medico Chirurgo
Specialista in Chirurgia Pediatrica
Medico di Medicina Generale