Con il match d’apertura tra Qatar ed Ecuador è ufficialmente iniziata la Coppa del Mondo Fifa 2022.
Tale competizione però è stata preceduta da orde di polemiche e inchieste che ne hanno minato la regolare assegnazione al Paese organizzatore, il Qatar.
Lo scandalo che ha travolto la Fifa negli ultimi anni, con tangenti e corruzione per l’assegnazione dei Mondiali ai Paesi ospitanti, ha portato alla fine dell’era di Sepp Blatter, Presidente Fifa per oltre 17 anni (dal 1998 al 2015) e potente uomo del mondo del pallone.
Che il calcio sia capace, come poche altre cose al mondo, di muovere ingenti flussi di denaro è ormai cosa risaputa, così come la capacità di questo sport di catalizzare l’interesse dell’intero pianeta e, con esso, di oligarchi, sceicchi e figure istituzionali. E proprio agli sceicchi, molti opinionisti sportivi, attribuiscono la leva decisiva di tale assegnazione. La scelta di un Paese del vicino Oriente così da incrementare, e favorire, gli investimenti degli sceicchi nel calcio, ormai proprietari di alcuni dei maggiori club europei (Paris Saint-Germain, Manchester City, Newcastle, Sheffield United, ecc).
Ed è così che la nomina del Qatar come Paese ospitante dei Mondiali 2022, a scapito degli USA, è finita nell’occhio del ciclone per una moltitudine di motivi. Oltre alle numerose inchieste di tangenti e corruzione durante le votazioni infatti, ulteriori e altrettanto gravi polemiche sorgono per il calpestamento di molti diritti umani che avviene, quotidianamente, nell’emirato sunnita.
In Qatar infatti, ancora oggi, l’omosessualità è considerata una malattia e un reato e prevede, pertanto, la reclusione; per non parlare degli oltre 6.000 morti sul lavoro durante la realizzazione degli impianti sportivi per i Mondiali, lavori eseguiti senza sufficienti norme di sicurezza e a scapito di popolazioni emigrate, sottopagate senza alcuna tutela.
Anche la libertà d’espressione è un’utopia nel Paese qatariota, non sono pochi infatti i casi di reclusione di giornalisti alla ricerca di “scomode verità” o le minacce pervenute a numerose emittenti straniere (non per ultimo il caso del giornalista danese della TV 2 che è stato costretto a interrompere la sua diretta, dopo che membri delle forze dell’ordine locali hanno aggredito la sua troupe, per aver posto domande legate alla situazione dei diritti umani).
Così, tra tante ombre e poche luci, con la speranza da parte del Governo qatariota di generare un po’ di desiderato “sportwashing”, la grande macchina dei Mondiali 2022 ha avuto inizio.
Tanti gli inviti a “boicottare” tale manifestazione, anche da parte di celebrità sportive e non ( Eric Cantonà, Rod Stewart, Dua Lipa, Fiorello); agli spettatori la scelta se seguire o meno i Mondiali appena iniziati.
Di certo, la grande vittima di questo amaro “giro di business” è il calcio, lo sport più seguito e amato al mondo che rischia così di perdere i propri valori.