Terracina ha vissuto una giornata di festa ed emozione senza precedenti con la riapertura ufficiale del suo Teatro Romano, rimasto sepolto per oltre 2000 anni insieme a reperti unici, tra cui la sorprendente testa della statua di Giulio Cesare, un’accurata rappresentazione del suo volto.
Cinque anni di scavi archeologici hanno portato alla luce questo teatro dalle caratteristiche uniche, un raro esempio di struttura completamente originale, con la cavea che conserva le sue peculiarità di due millenni fa, come spiegato dal Soprintendente Francesco Di Mario, responsabile del progetto.
Grazie al contributo del CNR, i presenti hanno potuto ammirare immagini e un time lapse che documentano il notevole lavoro svolto nel corso del tempo e l’evoluzione dell’aspetto del Foro.
Il punto culminante della presentazione è stato il momento in cui è apparsa la testa di una statua su uno schermo gigante, un dono finale del Teatro. La testa non raffigurava un volto qualsiasi, ma quello autentico e inalterato di Giulio Cesare, senza nascondere i segni del tempo.
Il ritratto, considerato unico anche per il suo eccellente stato di conservazione, sarà esposto nel vicino Capitolium accanto a quelli di Livia e Gaio.
Il Soprintendente Di Mario ha commentato:
“È stata un’emozione straordinaria restituire questo Teatro alla sua Città, riunendolo finalmente al Foro. Un complesso lavoro di restauro ha restituito alla cavea il suo aspetto originale, riorganizzando ogni blocco calcareo e le sedute degli spettatori, precedentemente rimossi nel corso del tempo. Il Teatro è davvero straordinario nella sua interezza, e tra i numerosi tesori, ci ha regalato questo ritratto unico di Giulio Cesare, destinato a diventare un argomento di discussione a livello mondiale.”
Il Sindaco di Terracina, Francesco Giannetti, ha dichiarato:
“Come cittadino e sindaco, questa giornata è indimenticabile. La mia formazione di architetto mi consente di affermare senza dubbio che il nostro Teatro è un gioiello prezioso e straordinario, un’aggiunta immensamente significativa al patrimonio della nostra città. Vedere questa piazza affollata, tutti uniti, segna una rinascita che coinvolge non solo il Teatro ma l’intera comunità.”
Articolo a cura di Francesca Giovannini