Nessun dorma, come cantava il principe Calaf per conquistare la regina di ghiaccio Turandot nella celebre opera di Puccini. Spesso però, lungi dal suscitare benessere, il soffrire d’insonnia porta con sé una serie di problematiche mediche.
Ma cos’è il sonno e perché la sua deprivazione ci porta ad essere irritabili, tesi e decisamente insopportabili?
Il sonno (dal latino somnus) è una necessità fisiologica, uno stato di riposo contrapposto alla veglia, una periodica sospensione dello stato di coscienza, durante la quale l’organismo recupera energia; uno stato di riposo fisico e psichico, un distaccamento temporaneo della coscienza e della volontà, con rallentamento delle funzioni neurovegetative e interruzione parziale dei rapporti del soggetto con l’ambiente.
E come fenomeno fisiologico è stato studiato, analizzato, diviso in fasi, REM e Non REM, ulteriormente scomposte in onde tramite la registrazione dell’attività elettrica cerebrale registrata attraverso appositi strumenti. Perché tutto questo impegno, direte voi, per studiare un fenomeno che accomuna i viventi del pianeta terra, seppur con differenti modalità?
Come sempre accade, lo studio è determinato dalla risoluzione di un problema, un ostacolo che si viene a creare nella vita. In questo caso, il problema è spesso rappresentato dalla carenza di sonno, dall’impossibilità di assaporare il riposo, dalla mancanza di ricarica, come un cellulare con il cavo rotto insomma. E per cercare di sistemare il cavo e ripristinare la giusta carica, scienziati e medici specializzati nello studio di quel meraviglioso e ancora in gran parte ignoto universo che è la mente umana si sono affaccendati per cercare rimedi.
Potremmo suddividere in diversi gradi le terapie per l’insonnia, ma per utilizzare il rimedio migliore, bisogna prima capire se il problema è che si resta a occhi sbarrati nel letto, rigirandosi fino allo sfinimento in una improba lotta con le coperte, senza riuscire a scivolare in quella beata incoscienza (ossia se si hanno problemi nell’addormentamento); oppure se si crolla come sassi appena poggiata la testa sul cuscino salvo poi risvegliarsi arzilli nel cuore della notte (ossia se si hanno problemi nel mantenimento del sonno).
E dalla conta delle pecore, siamo arrivati a metodi più efficaci per facilitare l’incontro con Morfeo.
Per i diversi tipi di insonnia, sono stati elaborati farmaci differenti che agiscono più su un problema anziché sull’altro.
Andando per gradi, i rimedi contro l’insonnia potremmo suddividerli in tre categorie:
- Terapia comportamentale, igiene del sonno
- Integratori
- Farmaci
La definizione di “igiene del sonno” indica tutta una serie di comportamenti da attuare per arrivare al fatidico momento ben predisposti. Quali sono questi accorgimenti, tanto semplici quanto efficaci? Seguire una sorta di rituale, basato sul ritrovare i ritmi propri dell’essere umano, abbandonando quelli più frenetici imposti dalla vita quotidiana (il ritmo giusto è fondamentale).
Il primo fra tutti questi accorgimenti è cercare, per quanto possibile, di mantenere un orario costante per coricarsi, che va adeguato allo stile di vita di ciascuno.
Cenare presto e con un pasto leggero evita fastidiosi problemi di reflusso gastroesofageo che possono essere la causa di indesiderati risvegli notturni dovuti alla sensazione di soffocamento che si avverte per la risalita del contenuto gastrico a livello del faringe (il famoso “acido in gola”).
Evitare gli alcolici, perché portano ad un rapido addormentamento seguito però da un risveglio precoce. Coccolarsi invece con una tisana calda, alla camomilla, malva, melissa, valeriana, aiuta a predisporre il corpo e la mente al rilassamento e a favorire la digestione.
Cosi come abbassare le luci e spegnere i dispositivi elettronici (ebbene sì, niente cellulare a letto!), permette alla mente di silenziare lo stato di allerta tipico della veglia.
Prendere in mano un bel libro, che sia un romanzo o un saggio, un libro di favole o un poliziesco, c’è l’imbarazzo della scelta: l’addentrarsi nella lettura di storie apre la porta della mente verso la dimensione onirica e facilita il relax.
E se tutto ciò non dovesse tuttavia essere sufficiente, la medicina attuale dispone di una buona quantità di integratori, composti per lo più da estratti vegetali associati o meno a melatonina, ormone normalmente prodotto dal nostro corpo ma carente in soggetti che presentano insonnia. Queste sostanze aiutano a realizzare le condizioni favorenti il riposo e il rilassamento. L’aspetto caratteristico è che non creano dipendenza e possono essere interrotti senza particolari accorgimenti in caso di cessata necessità.
Come ultima spiaggia, nei casi in cui l’insonnia rappresenta una vera e propria limitazione al benessere fisico e si configura come patologia e non più come semplice disturbo saltuario, si può ricorrere, dietro prescrizione medica e per brevi periodi, dopo attenta analisi del problema nella sua interezza, a veri e propri farmaci che a seconda del tipo di insonnia producono chimicamente ciò che il soggetto da solo non riesce ad attuare. Questi farmaci, detti ipnoinducenti, sono rappresentati da benzodiazepine, ma vengono utilizzati anche antistaminici di prima generazione, antidepressivi e ansiolitici. Tutte queste sostanze devono essere monitorate dal punto di vista medico e assunte per il più breve periodo di tempo possibile per evitare assuefazione ed effetti collaterali come la sonnolenza diurna, la scarsa concentrazione e la perdita di equilibrio fino ad arrivare, in alcuni studi clinici, alla demenza precoce.
Nella speranza che questo mio articolo non abbia contribuito a risolvere il problema dell’insonnia in alcuni lettori, addormentandoli, (ma se così fosse, sarebbe comunque un buon risultato, stante quanto detto finora), vi lascio la prescrizione di oggi: riconciliarsi con se stessi e con la propria giornata è senz’altro un buon inizio per un sano e soddisfacente riposo.
Dr Valentina Buonuomo
Medico Chirurgo
Specialista in Chirurgia Pediatrica
Medico di Medicina Generale