Nino Perrone presenta la sua nuova personale “Nel vento della pittura” alla Galleria Vittoria di Via Margutta 103, da mercoledì 19 giugno alle ore 18.00 e fino al 6 luglio 2024.
Questo evento chiude il ciclo espositivo della stagione 2023-2024 di Galleria Vittoria.
L’esposizione, curata da Lorenzo Canova, che ne ha scritto anche il testo critico, presenta circa 10 opere di Nino Perrone e sarà corredata da un catalogo, appositamente pubblicato edito da Officine Vittoria.
Nino Perrone, artista di grande sensibilità e talento, ci invita a esplorare un universo di colori e forme che si librano nello spazio. Come afferma l’artista stesso: “Osservare, guardare, immaginare … la natura richiama la mia attenzione in ogni dove, in ogni forma, nelle miriadi di combinazioni di colori che si offrono alla mia vista come un inatteso spettacolo. Dopo lunghi anni di figurativo e di studi sulle tecniche, ho sentito la necessità di valorizzare il particolare, le sensazioni, le emozioni.”
Il percorso artistico di Perrone si distingue per una continua ricerca interiore, dove le persone diventano personaggi densi di emotività. Attraverso i loro sguardi e abiti, l’artista crea nuove forme e volumi, esprimendo note di colore che generano contrasti, toni e fusioni.
Nino Perrone racconta la sua evoluzione artistica dal figurativo all’astratto, spiegando come il colore sia diventato il protagonista delle sue opere.
“Il colore prende il sopravvento sul disegno e diventa vibrante, energico. Colore su colore, dove l’uno diventa complementare dell’altro magnificandone l’aspetto esteriore. La materia si distrugge, muore; al contrario l’energia si scaglia nello spazio dando luogo a nuove fonti di luce.”
L’artista utilizza tecniche miste su tele preparate con stucco, gesso e colle, godendo del piacere della pennellata e della spatolata. Le sue opere catturano l’essenza della luce e delle ombre, creando composizioni astratte che celebrano la bellezza e l’energia della natura.
“Qui sta la mia ricerca, vedere oltre e dipingere piacevolmente queste nuove forme che si librano nello spazio in una nuova dimensione. Dipingo su tele da me preparate con stucco, gesso e colle, godendo il piacere della pennellata e della spatolata. Creo colori; le ombre diventano prigioniere della luce; tutto luccica, tutto brilla, tutto diventa brioso scintillante.”
La mostra “Nel vento della pittura” di Nino Perrone offre al pubblico un viaggio attraverso l’arte che esplora l’armonia dei colori e delle forme, unendo figurativo e astratto in una sinfonia visiva che cattura e ispira.
Nel vento della pittura testo di Lorenzo Canova
Nei turbini del caos
A partire dalle opere degli anni Duemila e fino a quelle più recenti, Perrone ha sviluppato quindi con coerenza la sua attenzione per la natura, in una dimensione metaforica legata alle istanze di una visione di matrice ecologista.
I quadri di quest’ultima fase sono difatti ideati e sviluppati quasi come una denuncia o come una poetica riflessione su un pianeta sempre più devastato dall’azione dell’uomo, su una “ribellione” delle forze naturali di fronte alle offese inferte dallo sfruttamento degli ecosistemi dovuta a un’ottusa fame di guadagno.
Perrone non declina però il suo pensiero attraverso un’opera di matrice concettuale, ma si affida alla capacità archetipa della pittura di dare forma alle cose indicibili, di trovare un senso nel mondo con strumenti espressivi che le parole non possono avere.
Così, ad esempio, mentre le opere del 2019 erano ancora fondate su una più serena e ordinata compostezza strutturale, un’opera del 2020 come Maroso 2 fa intuire una nuova percezione di turbamento, una drammatica rivelazione di energie nascoste nei vortici tracciati dalle linee forza in cui le pennellate divengono quasi campi magnetici, pulsazioni di materia che agitano il dipinto come le ondate di un misterioso pulviscolo cromatico.
Il Maroso ha perso peraltro molti dei suoi riferimenti “naturalistici” per trasformarsi in una sorta di figura simbolica, in una struttura astratta ma, allo stesso tempo, carica di allusioni, potenziate dal cromatismo impetuoso che infuoca la materia pittorica e che restituisce con intensità la violenza di una natura che cancella tutto nella sua reazione inarrestabile.
Questo quadro apre pertanto alle opere del 2024 come Flusso ondoso, Percezione impetuosa o Mare tumultuoso dove Perrone sviluppa il suo discorso su un’astrazione in grado di comunicare gli stati d’animo e, in particolare, un sentimento di inquietudine accresciuto dalla felice qualità dei passaggi coloristici.
Nei mulinelli di pennellate dense come tasselli di pietra brillante si aprono voragini oscure e si innalzano nuove ondate di luce, si sovrappongono segni e frammenti che risplendono come fiamme nelle tenebre, scintille che si stagliano sullo spazio nero come segnali ardenti nel buio.
In questo modo il pittore si confronta con i confini del caos, con il pericolo dell’annullamento, rischiando la perdita totale della forma compositiva nel diluvio del colore che cala sul supporto come un uragano.
Tuttavia, un attimo prima della fine, Perrone riesce a dare una nuova saldezza al suo dinamismo espressivo, a ritrovare una segreta misura costruttiva, a non smarrire le coordinate della sua architettura progettuale, aprendo a una possibile speranza grazie alle felici combinazioni della sua opera, alle pulsazioni radianti che donano un nuovo ordine al disordine del mondo, alla serenità celata nelle pieghe delle sue tempeste, tra le fioriture astratte che si aprono nel vento luminoso della sua pittura.
Breve biografia Nino Perrone
Nino Perrone è nato a Bari, dove lavora nel suo studio in Piazza Chiurlia 4. Diplomato presso l’Istituto Statale d’Arte di Bari, ha vinto numerosi premi e partecipato a varie mostre. Ha esposto in gallerie come la Michelangelo di Bari, la Le Muse di Bari, la d’Arte Moderna Alba di Ferrara, la Nuova Vernice Bari, e la Bonan Studio D’Arte Due a Venezia.
Nel 1984 e nel 1986 ha vinto concorsi di pittura nazionali indetti da Giorgio Mondadori, esponendo nelle gallerie “Rizzardi” a Milano e “Il Parametro” a Roma. Ha partecipato a importanti collettive, tra cui Expo Arte di Bari e Arte in Regione nei castelli pugliesi.
Recentemente, ha collaborato con l’associazione Incisori di Roma e ha esposto in diverse collettive internazionali come “Spoleto Arte” e “La Grande Exposition Universelle” a Parigi. Ha partecipato a mostre come la Biennale Internazionale di Palermo, il Premio Sulmona, e la Biennale di Venezia.
Nel 2021 ha esposto presso la Galleria Vittoria di Roma con la personale “ANICONISMO ICONICO” e ha partecipato alle collettive “MASCHERINE DELLA VITTORIA”, “ZONA ROSSA”, e “IMMERSIONI” organizzate dalla stessa galleria. Continua a essere attivo nel panorama artistico internazionale con partecipazioni a mostre a Cannes, Novara, Venezia, Treviso, e Roma. Nel 2024 è previsto il lancio di pubblicazioni che includono sue opere, tra cui il volume “Interventi ed erratiche esplorazioni sull’arte” e l’Atlante dell’Arte Contemporanea presso il Metropolitan Museum of Art di New York.
Galleria Vittoria, Via Margutta 103 a Roma
Dal 19 giugno al 6 luglio 2024
Orari lunedì-venerdì dalle 15.00 alle 19.00, mattine e sabato solo su appuntamento
Articolo a cura di Stefania Vaghi