Una vasta operazione contro il narcotraffico è scattata all’alba di martedì 18 marzo, a Roma e in provincia. Su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia, i Carabinieri del Comando Provinciale di Roma hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 26 persone, tutte gravemente indiziate, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, detenzione e spaccio, porto illegale di armi e rapina.
L’indagine ha permesso di smantellare un’organizzazione che controllava il traffico di droga nelle più fiorenti piazze di spaccio della Capitale: Tor Bella Monaca, Quarticciolo, Quadraro, Cinecittà, Tuscolano, Giardinetti, Primavalle e Casalotti. Un giro d’affari impressionante che, secondo gli inquirenti, fruttava decine di milioni di euro al mese.
Al vertice del gruppo ci sarebbero Giuseppe Molisso e Leandro Bennato, entrambi già detenuti per altri reati e storicamente legati a Michele Senese, uno dei più noti esponenti della criminalità romana. Secondo l’accusa avrebbero costituito un clan stabile e organizzato, capace di imporre il proprio controllo sulle piazze di spaccio più redditizie, rifornendo cocaina a prezzi più alti, importata soprattutto da due fornitori albanesi.
L’organizzazione si distingueva per la disponibilità di armi da guerra e persino bombe a mano. Un arsenale utilizzato per mantenere la supremazia sul territorio e garantire il rispetto delle regole imposte dai capi attraverso minacce e violenze.
Tra gli arrestati figura anche Raul Esteban Calderon, l’argentino già imputato per l’omicidio di Fabrizio Piscitelli, detto “Diabolik”, il noto capo ultrà della Lazio ucciso con un colpo alla testa il 7 agosto 2019 al Parco degli Acquedotti. Calderon è stato condannato in primo grado all’ergastolo come esecutore dell’omicidio dell’albanese Selavdi Shehaj e a 12 anni in appello per il tentato omicidio dei fratelli Costantino. Oltre ai vertici del clan e a Calderon, l’organizzazione poteva contare su altre figure chiave.
Nel corso dell’operazione sono state effettuate numerose perquisizioni e sequestri preventivi di beni, finalizzati alla confisca. I carabinieri hanno messo i sigilli a immobili, conti correnti e altri asset riconducibili agli indagati, per un valore complessivo di circa 5 milioni di euro.
L’operazione rappresenta un nuovo duro colpo al narcotraffico nella Capitale, dove la criminalità organizzata continua a contendersi il controllo delle principali piazze di spaccio. Secondo gli inquirenti, il sodalizio smantellato oggi si era imposto con violenza e con un’organizzazione capillare, diventando uno dei gruppi più pericolosi della scena criminale romana.
Articolo a cura di Francesca Giovannini