In un’apoteosi artistica che celebra il genio di Maurits Cornelis Escher, Palazzo Bonaparte si prepara ad accogliere una straordinaria esposizione che getta luce sulle inimitabili opere dell’artista olandese.
In occasione del centenario della prima visita di Escher a Roma nel 1923, la mostra, la più grande mai dedicata al maestro, propone un affascinante percorso attraverso oltre trecento opere, concentrando l’attenzione sul suo periodo romano che spazia dal 1923 al 1955.
Conosciuto in tutto il mondo per le sue strabilianti creazioni impossibili e le sue indagini sull’infinito, Maurits Cornelis Escher è il protagonista indiscusso di questa epica esposizione a Roma intitolata “Escher” e visitabile fino al 1° aprile 2024.
L’esposizione, curata da Federico Giudiceandrea e Mark Veldhuysen, presenta oltre trecento opere d’arte, tra cui alcune delle più celebri creazioni di Escher, come “Mano con sfera riflettente”, “Vincolo d’unione”, “Metamorfosi II”, e la famosa raccolta degli “Emblemata”.
Queste opere esplorano il linguaggio affascinante dell’artista che, attraverso incisioni e litografie uniche, dà vita a un mondo immaginario impossibile, un universo parallelo in cui arte, matematica, scienza, fisica e design si fondono in armonia.
Un aspetto straordinario del percorso espositivo è la serie completa dei dodici “notturni romani”, realizzati nel 1934 durante la sua permanenza nella Città Eterna. Questo periodo, che segnò un’epoca di grande ispirazione per il maestro, vide Escher immergersi nella bellezza delle architetture e dei panorami romani, catturando la loro grandezza attraverso le sue incisioni e litografie. Si dice che trascorresse intere notti, seduto su una sedia pieghevole con una piccola torcia appesa alla giacca mentre dava vita a questa serie.
La mostra presso Palazzo Bonaparte è un’occasione imperdibile per immergersi nell’affascinante mondo di Escher e scoprire l’incredibile impatto che Roma ha avuto sulla sua arte.
Un tributo degno del genio di un artista che ha sfidato i limiti della percezione e dell’immaginazione attraverso la sua straordinaria produzione artistica.
Articolo a cura di Francesca Giovannini