La grande avventura del Festival di Sanremo, anche se la manifestazione ufficialmente nasce nel 1951, inizia nel secondo dopoguerra nel 1945.
L’idea è di Amilcare Rambaldi un commerciante di fiori; l’Amministrazione Comunale gli commissiona di ideare un progetto per promuovere il Casinò appena riaperto. La floricultura e il casinò del resto sono le principali fonti di sostentamento della città.
Rambaldi propone così una serie di manifestazioni al fine di richiamare turismo e valorizzare il casinò: una rassegna cinematografica, spettacoli di teatro drammatico e sperimentale, mostre d’arte e un torneo di bridge, per ultimo lancia l’idea di un festival della canzone.
Fino a quel momento la poca musica è soprattutto estera e assoggettata alla produzione statunitense, oppure si tratta di brani legati alla regionalità in particolare al folklore napoletano.
In effetti nel 1932 era stato già promosso un festival che aveva riscosso un enorme successo, il “Festival partenopeo di canti, tradizioni e costumi”.
In ogni caso l’iniziativa del Rambaldi viene bocciata ma è lui stesso a riproporla nel 1947 ad Angelo Nizza e Mario Sogliano responsabili dell’ufficio stampa del Casinò; finalmente l’idea viene accolta con entusiasmo e Nizza ne parla con il responsabile del Casinò Pier Busseti che a sua volta coinvolge Giulio Razzi, dirigente dell’Ente radiofonico si Stato. Il Razzi nel 1950 contatta le case discografiche ed editrici e inventa il meccanismo della gara realizzando il sogno del Rambaldi volto a valorizzare la canzone italiana.
Riportiamo uno dei principali articoli del regolamento redatto all’epoca.
“L’intento principale è quello di promuovere un elemento nel campo della musica leggera italiana, compatibilmente con i presupposti popolari propri del genere in se stesso, ma in maniera di colmare le sensibili manchevolezze che vi si riscontrano oggi, e da soddisfare le sia pur elementari esigenze estetiche che anche la canzone, in quanto espressione musicale, propone.”
Bisogna considerare che in quegli anni la televisione ancora non esiste e figuriamoci il web!
L’industria discografica è agli albori (ma in crescita) e la radio è dunque il principale veicolo della canzone.
Sono ben 240 gli editori che rispondono all’appello del Festival alla sua prima edizione inviando una canzone inedita firmata da un autore italiano e solo venti saranno le canzoni che entreranno in gara.
Alle 22 del 29 gennaio del 1951 l’Italia sintonizzata sulla “Rete rossa” ascolta l’annuncio di Walter Florio che trasmette la prima parte del Festival ma è il messaggio di Nuzio Filogamo che entrerà nella storia: “miei cari amici vicini e lontani, buonasera ovunque voi siate!”
In ogni caso l’attenzione non è minimamente paragonabile al “battage” pubblicitario che viene scatenato oggi dalla stampa radiofonica televisiva e digitale; l’Ariston diventerà la sede del festival soltanto a partire dal 1977.
Pensate che tutti gli artisti sono dipendenti della Rai, come i musicisti e i presentatori, e non è ancora ben definita la figura del cantante come protagonista assoluto. In giuria non è presente alcun critico musicale a riprova dello scarso interesse suscitato dalla manifestazione presso la stampa specializzata. Eppure quante belle canzoni vennero prodotte in quegli anni, sono quei successi intramontabili che oggi rappresentano un’icona non soltanto a livello nazionale ma mondiale: nel 1951 e 1952 alla prima e seconda edizione vinse Nilla Pizzi con “Grazie dei fior” e “Vola Colomba” e molti altri furono i suoi successi, ricordiamo poi Claudio Villa, Domenico Modugno, Tony Renis, Bobby Solo, Iva Zanicchi, Renato Rascel, Adriano Celentano, Massimo Ranieri soltanto per citarne alcuni…
Nel 1954 arriva la televisione ma vi diamo alcuni numeri per capire che soltanto nei primi anni Sessanta il piccolo schermo entrerà nella casa della maggioranza degli italiani: nel 1954 il prezzo medio di un televisore è di 150.000 lire, il reddito pro capite di 260.000 lire, le automobili in circolazione 700.000, oltre due milioni di disoccupati.
Sappiamo bene come prosegue la storia di uno dei più longevi Festival musicali al mondo, ma la canzone italiana è ancora ben rappresentata come in passato?
Massimiliano Negri