A chi non è mai capitato di vedere, ogni anno, durante la prima parte dell’estate, insetti che brillassero di luce propria come le stelle?
Sono le lucciole, coleotteri appartenenti alla famiglia Lampyridae, che brillano grazie al loro addome fluorescente.
In Italia ne sono presenti 21 specie, come spiegato da una Docente di entomologia dell’Università degli studi di Milano, Daniela Lupi, che ha tenuto inoltre a precisare che alcune di queste sono presenti solo nel nostro Paese.
Le lucciole vivono in tutto il pianeta, tranne ai Poli, dove ci sono temperature troppo fredde. Gli ambienti che preferiscono devono avere un’umidità molto elevata e temperature miti.
Ma come fanno a brillare? Perchè lo fanno? A cosa serve?
Riescono a brillare (di luce propria) grazie ad una reazione chimica: in alcuni organi specializzati del loro addome infatti, una molecola chiamata luciferina, in presenza di ossigeno e dell’enzima luciferasi, si trasforma in ossiluciferina, emettendo così luce.
“Questi insetti notturni usano infatti la luce per la comunicazione sessuale; spesso il maschio vola emettendo una luce intermittente, la femmina ferma tra la vegetazione lo vede e si illumina: il maschio la nota e la raggiunge. Ci possono però essere altre modalità e ogni specie ha un suo -codice- di luminosità ed intermittenza. Da noi le lucciole si accoppiano prevalentemente tra giugno e luglio, ma anche fino ad agosto, a seconda di specie e zona” come spiegato dalla Prof.ssa Lupi.
Altro fattore per il quale utilizzano la propria luce, è per farsi riconoscere dai predatori quando sono ancora larve, “fanno capire il loro sapore disgustoso; è l’equivalente dei colori sgargianti di altri insetti“.
Questi meravigliosi insetti, capaci di creare atmosfere e momenti unici, stanno lentamente scomparendo a causa dell’azione dell’uomo e delle sue attività: il cambiamento climatico, le sostanze tossiche utilizzate in natura, ma soprattutto l’inquinamento luminoso, cioè la luce delle città, che manda in crisi la loro comunicazione.
Bisognerebbe riuscire a salvaguardare questi insetti preservando gli habitat naturali, riducendo l’inquinamento luminoso e diminuendo l’uso di sostanze tossiche nell’ambiente.