A Laghetto, frazione di Monte Compatri, è stato inaugurato ufficialmente il “Parco Ossigeno”. Situato in Via Lago di Bolsena, il bosco urbano deve il suo nome al progetto finanziato dalla Regione Lazio, Ossigeno 2, che mette Comuni, Scuole, Enti pubblici e Università nella facoltà di presentare i progetti per rivitalizzare la fauna regionale con il contributo dei fondi regionali.
Con le consulenze e i fondi privati, anche ai cittadini e alle aziende viene data la possibilità di contribuire all’ambiente e di essere seguiti nella scelta degli alberi da piantare e delle zone più indicate.
Le piante e gli arbusti messi a dimora sono stati più di cinquanta fra leccio, agrifoglio, biancospino, acero, carpino bianco e viburno.
Alla cerimonia del Parco Ossigeno hanno preso parte la vicesindaca e assessore all’Ambiente Nicoletta Felici, il consigliere comunale con delega alle Aree Verdi Elio Masi e gli assessori Luca Mengarelli, Serena Gara e Cristian Buglia. Le classi quinte E e F della Scuola Primaria di Laghetto hanno partecipato attivamente all’inaugurazione, accompagnate dagli insegnanti nel tragitto dalla scuola al parco e tutelate rispettivamente dalla Polizia Locale e dall’Associazione Nazionale Carabinieri Monte Compatri Gruppo Volontariato.
Rilevante nella mattinata dell’inaugurazione è stato anche il ruolo dell’agronomo Leandro Dominicis, che la vicensidaca Felici ha voluto ringraziare dopo il taglio del nastro, mentre ripercorreva le fasi dietro la realizzazione del parco, per aver dato un contributo fondamentale al progetto e per la sua intenzione di aiutare il Comune a monitorare lo stato di salute delle piante.
Dominicis ha inoltre illustrato le peculiarità e le caratteristiche del bosco urbano e delle specie piantumate, invitando gli studenti a disegnare le piante assieme a lui. Egli ha spiegato in merito che “quest’area è stata progettata come bosco urbano perché, a differenza di un singolo albero, è un’entità che grazie alla sua biodiversità ha una grande capacità di resilienza e riesce a mantenersi da sola.”
Articolo a cura di Mattia Parravani