Giovanni Pierluigi Da Palestrina è uno dei più importanti compositori del Rinascimento europeo, ha composto circa 100 messe, 500 mottetti, madrigali amorosi e spirituali e molte altre opere di vario genere. Si tratta di una figura centrale del secondo ‘500 sia per la sua fecondità creativa, sia per l’influenza che la sua musica ebbe sugli altri musicisti dell’epoca e ancora oggi è per noi il modello esemplare della scrittura contrappuntistica.
Il Palestrina svolge la sua carriera artistica prevalentemente a Roma sotto il pontificato di ben dodici papi, uno di questi, Luigi III, gli affida l’incarico di M° di Cappella di San Pietro in Vaticano, ma il suo primo incarico lo ottiene come organista presso la cattedrale di Sant’Agapito.
Con la riforma protestante di Martin Lutero si accinge a tradurre le messe in tedesco per renderle più chiare e a sostituire i canti cattolici con i corali protestanti. Con la controriforma si cerca di ripristinare la purezza dell’antico e per far ciò Papa Marcello II consiglia di semplificare e purificare la scrittura polifonica. Il linguaggio del Palestrina è così fondato sulla purezza della sonorità vocale, le parole vengono chiaramente percepite anche in virtù del fatto che il compositore evita l’enunciazione simultanea tra testi diversi.
Il contrappunto del compositore non si discosta molto da quello dei Fiamminghi ed egli non scrive mai intervalli più ampi di una quinta. L’accurata preparazione e risoluzione delle dissonanze verticali rimane l’aspetto che più contraddistingue la polifonia dell’autore.
L’accentuazione melodica si attiene all’accento verbale del testo e non si trovano quasi mai accenti contemporanei tra più voci. La messa più importante del Palestrina è la “Missa Papae Marcelli”. Si dice che questa opera viene composta dal Palestrina con l’intento di seguire le indicazioni “purificatorie” di Papa Marcello e che grazie a questa messa i prelati del concilio di Trento avrebbero deciso di non abolire la polifonia in chiesa. Credenza assolutamente infondata.
Il compositore muore nel 1594 e viene tumulato nella Basilica di San Pietro.
Oggi l’eredità culturale di Giovanni Pierluigi da Palestrina è conservata presso la Fondazione omonima, che proprio a Palestrina opera attraverso un’intensa attività concertistica e corale.
Importante il fondo bibliografico conservato presso la casa natale del compositore (a Palestrina), che è un vero e proprio museo a disposizione dei visitatori di tutto il mondo.
Massimiliano Negri