Sentire un etciù risuonare sonoro vicino a noi ormai ci fa scattare tutti i campanellini di allarme che in questi ultimi anni sono perennemente attivi.
Lo starnuto è visto come l’anticamera delle più svariate malattie respiratorie, infettive o allergiche o infiammatorie che siano, l’antro del drago feroce chiamato Covid, l’orlo del baratro che separa la buona salute dalla malattia.
Lo starnuto però, lungi dal sospettare siffatto terrore, altro non è che uno dei meravigliosi meccanismi attraverso cui il nostro corpo si protegge e si tutela dagli attacchi esterni.
Ma come mai si starnutisce?
Da cosa nasce quell’esplosione che indirizza su chi lo fa tutti gli sguardi carichi di rimprovero misto a terrore delle persone che gli stanno intorno?
Tutto nasce da un granello, un minuscolo granellino, sia esso polline, muco o corpo estraneo, che viene captato dai sensibilissimi sensori, meglio di qualsiasi sistema di allarme, che abbiamo nel naso.
Lo starnuto è quindi un riflesso respiratorio, l’ultimo atto di una complessa e rapidissima sequenza di eventi che partono dall’immagazzinamento nei polmoni di un notevole volume d’aria con un’inspirazione profonda, cui segue la chiusura, per pochi attimi, delle vie aeree.
Quando la pressione dell’aria nei polmoni diventa troppo alta, i muscoli si rilassano rapidamente e le vie respiratorie si aprono. L’aria viene così spinta con forza fuori trascinando con sé all’esterno anche i liquidi e i corpuscoli contenuti nelle prime vie respiratorie, in una sorta di aerosol, costituito da migliaia di goccioline di muco (flügge) per ogni starnuto.
Da quanto detto sopra, si capisce che l’etciù, lungi dall’essere una malattia, è una vera e propria autocura del corpo, volta ad espellere qualcosa di dannoso per l’organismo.
Dunque, quali rimedi ci potranno mai essere per diminuire gli starnuti?
In effetti, le cure esistenti cercano di curare la causa che produce gli starnuti e quindi, di volta in volta, ci potranno essere farmaci contro il raffreddore, la rinite allergica, l’irritazione della mucosa nasale e così via.
Dall’aerosol con soluzione salina e farmaci tra cui cortisonici e broncodilatatori, passando dagli spray antistaminici fino ad includere suffumigi balsamici e tisane, si cerca di tenere libere le cavità nasali proprio per evitare lo ‘stappamento‘ naturale.
Per cui, come prescrizione della settimana, c’è un bel fazzoletto, con la speranza di non doverlo usare troppo ma di tenerlo in bella vista nel taschino!
Dr.ssa Valentina Buonuomo
Medico Chirurgo
Specialista in Chirurgia Pediatrica
Medico di Medicina Generale