A distanza di 101 anni dalla scoperta dell’insulina, l’Agenzia Europea del Farmaco (EMA) ne ha dato
l’autorizzazione alla somministrazione settimanale.
Una decisione che cambierà radicalmente la vita dei pazienti diabetici nella gestione della malattia poiché, da un minimo di 365 iniezioni l’anno, si passerà a “sole” 52.
Questa novità è stata annunciata dal gruppo farmaceutico danese Novo Nordisk che, ricorda, ad oggi la terapia prevede che il paziente si somministri l’insulina una volta al giorno creando un forte impatto sulla vita sociale, lavorativa e psicologica del paziente e della sua famiglia.
Proprio perché il numero di iniezioni frequenti rappresenta un forte ostacolo in termini di qualità di vita, alcuni studi dimostrano che il 50% delle persone con diabete che necessitano di una terapia ritarda di oltre 2 anni ad iniziare un trattamento rischiando forti ripercussioni sulla propria salute.
Con l’arrivo dell’insulina settimanale è permessa una riduzione di glicemia rispetto all’insulina giornaliera riuscendo ad avere un controllo glicemico nelle persone con diabete di tipo 2, un tipo di patologia cronica non trasmissibile che è strettamente collegata allo stile di vita e al contesto in cui si vive.
In Italia circa il 6% della popolazione su 4 milioni di persone ne soffre senza pensare ai circa 1,5 milioni che non effettuano una diagnosi.
Grazie alla diminuzione di somministrazioni avviene anche un risparmio del numero di penne utilizzate offrendo una concreta risposta in tema di sostenibilità ambientale, favorendo la riduzione di CO2.
Il presidente dell’Associazione Medici Diabetologi, il professor Riccardo Candido, ha ammesso che la
riduzione della frequenza delle iniezioni semplifica il trattamento e migliora l’aderenza terapeutica,
specificando che proprio la costante frequenza delle iniezioni crea un problema molto frequente
soprattutto per i pazienti che ritardano l’avvio della terapia essendo troppo “spaventati” dal percorso di cura.
Articolo a cura di Silvia Petrozzi