In questo periodo dell’anno passeggiando per strada o facendo i nostri acquisti in un centro commerciale, capita di ascoltare musiche che risvegliano in noi ricordi legati al periodo natalizio.
Tra le più conosciute ci sono probabilmente “Astro del Ciel” e “Jingle Bells”.
“Astro del Ciel” di origine austriaca è stata tradotta in più di trecento lingue e dialetti, il reverendo Joseph Mohr ne scrisse le parole per commemorare la nascita di Gesù con un canto di pace, proprio quando l’Europa era da poco uscita dalle guerre napoleoniche e un suo amico Maestro e organista creò la melodia. La leggenda narra che quel 24 dicembre “Astro del Ciel” fosse accompagnata da una chitarra perché dei topi avevano mangiucchiato parti dell’organo mettendolo fuori uso. Sembrerebbe che un organaro di origine tirolese si recò in quelle zone per riparare alcuni strumenti e proprio lui, per primo, portò il brano fuori dal villaggio diffondendolo a centinaia di chilometri dall’Austria.
“Jingle Bells”, più festosa, composta in realtà per il giorno del ringraziamento (che si celebra negli Stati Uniti il quarto giovedì di novembre), è diventata una delle canzoni natalizie più ascoltate al mondo, “canticchiata” da adulti e bambini anche inconsapevolmente per la sua ritmica inconfondibile, introdotta spesso negli spettacoli scolastici natalizi.
Un altro spazio importante nel periodo compreso tra Natale e Capodanno, è naturalmente riservato alla musica classica strumentale sinfonica. Si tratta spesso di pezzi classici composti in contesti e periodi storici che nulla hanno a che fare con queste festività. Pensate per esempio al concerto di Capodanno con la consueta esecuzione della “Marcia di Radetzky”, la famosa marcia patriottica militare di Johann Strauss che fu composta in onore del maresciallo Radetzky per celebrare la riconquista austriaca di Milano dopo i moti rivoluzionari del 1848.
Anche l’opera 314 di Strauss “Sul bel Danubio Blu” è uno dei valzer tra i più famosi di tutti i tempi la cui prima avvenne il 10 marzo del 1867, ha una sonorità che calza perfettamente con il clima natalizio: la spensieratezza del tema luminoso che si fa gradualmente strada sul tremolo degli archi ancora prima dell’avvio del gioioso valzer, è ormai il massimo emblema del Natale, tra balli e sfarzi dei palazzi viennesi, in particolare quello della sala dorata del Musikverein, dove la filarmonica di Vienna fin già dal 1939 realizza il concerto di Capodanno. Questo forse il concerto più ascoltato al mondo, diffuso dalle emittenti di almeno novanta paesi con oltre un miliardo di spettatori.
Conosciutissimo è “l’Inno alla Gioia”, ode scritta dal poeta e drammaturgo tedesco Friedrich Shiller nel 1785, parte integrante della nona sinfonia di Ludwig van Beethoven, messa in musica nel 1823 e oggi adottato come Inno d’Europa. Il pezzo spesso introdotto nel programma del concerto di Capodanno rappresenta l’ideale romantico che sottolinea i legami di amore e amicizia tra gli uomini.
Ci sono poi musiche concepite per precise occasioni dell’anno, soprattutto quelle del repertorio sacro pensate per la liturgia eucaristica. L’esempio forse più eclatante è quello del “Te Deum Laudamus”, inno cristiano in prosa di origine antica, viene cantato la sera del 31 dicembre per ringraziare il Signore dell’anno appena trascorso, oppure è intonato nella Cappella Sistina ad avvenuta elezione del nuovo pontefice.
Quale musica preferite?
Per rendere unica l’attesa di questo Natale propongo di scegliere i vostri brani preferiti anche in famiglia come sottofondo al proprio albero e presepe… per un’atmosfera di gioia e serenità.
Massimiliano Negri