L’alcol viene riconosciuto, ormai da anni, come fattore di rischio per lo sviluppo di almeno 7 tipi di tumore. Lo studio condotto dagli esperti del Cancer Research UK (Cruk) e del National Cancer Institute (NCI) degli Stati Uniti esplora nuovamente le correlazioni che già da anni vengono evidenziate, da parte di università e gruppi di ricerca, fra le dosi di alcol assunte e le relative probabilità di ricevere una diagnosi riguardante uno specifico tumore.
La cosa da tenere a mente è che il rischio di cancro aumenta anche in proporzione alle dosi di alcol assunte. In particolare rientrano nella dicitura di “grandi bevitori” gli uomini che bevono almeno 15 drink a settimana e le donne che ne bevono 8, col rischio, in questo caso, di contrarre un tumore alle corde vocali pari a 2,6 volte superiore.
Il rischio più incisivo e rilevante riguarda due tumori, quello all’esofago e quello alla bocca / cavo orale, che si possono riscontrare 5 volte più facilmente nei bevitori accaniti. Esiste poi una particolarità, quella del tumore al fegato, che non fa distinzioni fra i bevitori accaniti e quelli moderati poiché è la cirrosi epatica, sviluppata dopo un lungo consumo di alcol, ad aumentare il rischio di cancro. Qualsiasi bevitore ha il doppio delle probabilità, rispetto a un astemio, di ricevere la temuta diagnosi.
Alcuni tumori insospettabili, in apparenza senza alcun rapporto diretto con l’alcol, sono in realtà fra i più diffusi attualmente in Italia: si parla del tumore al seno e di quello al colon-retto, che hanno rispettivamente dei rischi maggiori di essere contratti pari ad 1,6 e ad 1,5 volte.
I dati riportati dal The Sun per esempio parlano di 12mila britannici che ricevono, ogni anno, una diagnosi di tumore strettamente correlata all’abuso da alcol: di questi, 4.200 perdono la vita.
Ad oggi, l’Unità Alcolica (U.A.) è l’unità di misura che consente di indicare la quantità di alcol assunta nel consumo di una bevanda alcolica. Consente in particolare di misurare la presenza dell’etanolo, il costituente fondamentale di ogni bevanda a base di alcol, una sostanza estranea all’organismo e non essenziale, tossica per le cellule. Il consumo moderato viene stimato in 2-3 Unità Alcoliche al giorno, di cui ognuna pari a 12 grammi di etanolo, contenuti in un bicchiere (125 ml) di vino di media gradazione (12°), in una lattina di birra (330 ml) di media gradazione (4,5°), in un bicchiere (80 ml) di aperitivo (18°), o in un bicchierino (40 ml) di superalcolico (36°).
Tuttavia, è impossibile stabilire una soglia sicura che azzeri il rischio di cancro: questo soprattutto alla luce dei dati e delle stime raccolte in Italia, che evidenziano come, ad esempio nel 2020, il 42% dei casi di cancro femminili, associati all’alcol, fu causato dal consumo moderato che non eccede i 20 grammi di alcol al giorno (meno di due bicchieri) con, ad esempio, l’incremento del 7% del rischio per il primo bicchiere che sale al 27% col secondo. Per fare un altro esempio a livello mondiale, delle 741mila diagnosi di cancro nel 2020 correlate all’alcol, il 14% riguarda il “consumo moderato” e 41mila diagnosi sono state attribuite ai “consumatori leggeri”, che consumano meno di un bicchiere al giorno.
Articolo a cura di Mattia Parravano