Come ogni anno a giugno, da quattordici anni a questa parte, il Premio letterario Caffè Corretto Città di Cave è ormai un appuntamento culturale a cui non si può mancare.
Claudia Manni e il suo gruppo ci danno ogni anno emozioni diverse. A partire dalla prima edizione, vinta da Michela Murgia, a cui nel corso della serata è stato dedicato un commosso ricordo.
I libri sono il motore di questa manifestazione, che vede l’amministrazione comunale, ma anche molti mecenati privati, al suo fianco. Angelo Lupi, il sindaco e Silvia Baroni, assessore, con il loro sostegno alla cultura, hanno dimostrato, ancora una volta, che la cultura è uno dei motori che deve far camminare una città. Ma, senza un pubblico attento e fedele, ogni evento non avrebbe quel successo che le tante persone presenti hanno decretato alla XIVa edizione. Ieri poi, proprio per sottolineare l’importanza di questo premio, e per sottolineare la vicinanza culturale tra Cave e Palestrina, erano presenti due istituzioni culturali di Palestrina la Fondazione Pierluigi e il Circolo Simeoni, rappresentati dai presidenti Marco Angelini e Rita Di Biase.
La giuria popolare ha decretato la vittoria di quest’anno a Viola Ardone con il libro “La Grande Meraviglia” edito da Einaudi.
Un libro che conclude la trilogia dedicata al nostro novecento. Il primo “Il treno dei bambini” racconta la storia dell’immediato dopoguerra di bambini che per sfuggire alla miseria del sud venivano mandati a vivere al Nord per un anno grazie all’operazione di solidarietà promossa dal Partito Comunista. Il secondo “Oliva denaro” la storia di una donna siciliana contro il matrimonio riparatore, la storia di una ragazza che vuole essere libera in un’epoca in cui nascere donna è una condanna.
Nel terzo si parla di malattia mentale e la storia della trilogia si chiude con due momenti topici per la società italiana: la morte di Aldo Moro (9 maggio 1978) a cui fa seguito il 13 maggio l’approvazione della legge Basaglia.
Due eventi che chiudono un periodo pieno di morte, tra attentati neofascisti e terrorismo di destra e di sinistra, ma anche contrassegnato da grandi conquiste civili (lo Statuto dei Lavoratori, l’aborto, il divorzio, il nuovo diritto di famiglia, la riforma scolastica, ecc.).
L’importanza del libro di Ardone, che ne fa un gran bel libro, è quello di saperci raccontare la storia e contemporaneamente parlarci di personaggi, non si sa quanti reali o frutto di invenzione, che l’autrice consegna alle pagine del libro. La microstoria incontra la macrostoria, come nel libro recentemente presentato dal Circolo Simeoni di Giovanna Cucè “Il fazzoletto di Lenin”. Due libri da leggere questa estate. Non solo evasione ma anche riflessione: Viola ci parla di malattia mentale, Giovanna di emigrazione italiana. Temi purtroppo ancora oggi attuali.
Attendiamo ora la XVa edizione. In attesa, a settembre prenderà avvio la seconda edizione del Festival del Libro Itinerante, organizzato dal Circolo Simeoni, nato da un’idea del responsabile giovani Matteo Pellegrini, che quest’anno sul tema delle “relazioni” vedrà coinvolti 11 paesi con altrettanti libri.
Roberto Litta, critico d’arte nel presentare i quadri di Nelvis Fornasin, ci ha richiamato tutti alla funzione pedagogica della cultura, un’arma potente per sconfiggere il male dentro e fuori di noi. E un quadro come quello di Nelvis Fornasin, un libro come quello di Silvia Ardone e Giovanna Cucè, una musica come quelle che ci offre la Fondazione Pierluigi, o le tante iniziative del Circolo Simeoni e di Caffè Corretto sono forme diverse di donare bellezza, perchè tutte sono “l’alimento della giovinezza e la gioia della vecchiaia” (cit. Cicerone).
Articolo a cura di Roberto Papa
Responsabile Culturale del Circolo Simeoni