I nostri mari e oceani sono sempre più invasi da una crescente quantità di rifiuti di plastica, tra cui reti da pesca, bottiglie e sacchetti, mettendo a rischio la vita marina. Tuttavia, c’è una luce di speranza grazie all’organizzazione no-profit TheOceanCleanup, fondata nel 2013 dall’imprenditore olandese Boyan Slat.
Questa organizzazione ha sviluppato una tecnologia innovativa: enormi barriere a forma di U, in grado di catturare una quantità sbalorditiva di spazzatura dagli oceani e dai corsi d’acqua.
Solo negli ultimi due anni, gli attivisti sono riusciti a rimuovere 282.787 chili di rifiuti dal Great Pacific Garbage Patch, la più grande isola galleggiante di plastica al mondo.
La chiave di questo successo è il “System 003”, una mastodontica barriera fatta di rete ancora più avanzata e attenta alla fauna marina. Lunga circa 2,2 km, questa barriera galleggiante viene trainata da due navi, catturando detriti e rifiuti e incanalandoli in una zona di ritenzione. Una volta raccolti, vengono trasportati sulla terraferma per essere riciclati.
La tecnologia appena inaugurata si distingue per la sua attenzione nei confronti della vita marina, poiché gli sviluppatori hanno lavorato diligentemente per evitare di catturare pesci, tartarughe e altri animali. Quello che sembrava un sogno quasi impossibile una decina di anni fa, grazie a Boyan Slat e al suo progetto, si sta trasformando in una realtà che sta effettivamente facendo la differenza per l’ambiente.
Articolo a cura di Francesca Giovannini