L’8 Ottobre improvvisamente Hamas ha attaccato Israele lanciando missili ed aggredendo i kibbuz vicini alla striscia di Gaza, sono stati uccisi 200 giovani uomini e donne che partecipavano ad un rave party nel deserto vicino alla striscia.
Israele per rappresaglia bombarda la striscia e Gaza city causando circa 2.500 morti, circonda il territorio e minaccia un’invasione.
NOTIZIE STORICHE
La striscia di Gaza è un enclave palestinese circondata da mura che la separano da Israele, bagnata dal mare è abitata da 2.000.000 di palestinesi che vivono in condizioni miserrime, il territorio è controllato da Israele che gestisce la fornitura di acqua, elettricità, le pratiche anagrafiche, tutta la burocrazia e i permessi di espatrio. È una sottile fascia di terra di 300 km quadrati, grande quanto la provincia di Prato, l’ONU stabilì, sotto l’egida USA, che l’area doveva essere “non stato” ma enclave gestita da Israele. Era il 1987!
Le condizioni di vita determinano una mortalità infantile che è la più alta del mondo, il fondamentalismo religioso provoca due guerre (la NACBA 1945 e la guerra dei 6 giorni 1967) e 2 intifada (la rivolta degli arabi palestinesi all’interno dello Stato di Israele) con i massacri perpetrati a loro carico nel 1948, nel 1967 e nel 1973, gli accordi di Oslo (due stati, due nazioni) disattesi fino alle colonizzazioni selvagge dei nostri giorni in Cisgiordania hanno determinato un odio smisurato degli arabi islamici verso il Sionismo.
Perché Hamas (che governa la striscia dal 2006 dopo l’OLP) ed il suo braccio armato hanno attaccato Israele adesso?
Ci sono delle spinte americane che tendono a far riconoscere lo stato di Israele dall’Arabia Saudita, cuore dell’Islam . Dopo il riconoscimento di Egitto, Giordania e Marocco quello dell’Arabia Saudita avrebbe significato per la striscia una sconfitta per il fondamentalismo islamico.
Perché gli Israeliani non si sono accorti della minaccia?
Perché dalla fine del sionismo laico-socialista, che voleva separare l’identità religiosa ebraica dall’entità statale israeliana, e l’ascesa della destra radicale ed integralista, c’è stato un periodo di turbolenze e crisi (ben otto governi in 6 anni) e questo è stato ben interpretato da Hamas che ha provveduto a preparare l’attacco dell’8 Ottobre 2023.
Ci sono Stati che hanno armato i terroristi di Hamas?
Non ci sono certezze assolute, ma il rischio di un intervento allargato è molto alto. Gli hesbollah iraniani dal Libano, gli sciiti dall’Iran, dal Kuwait, i palestinesi della Cisgiordania sono pronti ad allargare il conflitto perché quello che spinge la mano armata di Hamas non è una strategia militare, ma un’ideologia genocitaria.
Ti uccido perché sei ebreo: non è disperazione, ma dottrina. Basterà richiamare uno dei 36 articoli dello Statuto di Hamas del 1988 per rendersene conto: l’art 11 cita testualmente “il movimento di resistenza islamico crede che la terra di Palestina sia un sacro deposito, terra islamica affidata alle generazioni dell’islam fino al giorno della resurrezione” e l’art 13 “le iniziative di pace, le conferenze internazionali per risolvere il problema palestinese contraddicono tutte le credenze del movimento di Resistenza Islamica dall’altra parte, sionista”.
L’integralismo si basa sull’idealogia di “ERETZ Israel” la terra d’Israele in cui solo il ritorno a Gerusalemme può dare inizio al processo messianico della salvezza e della redenzione. Così il 4 Novembre 1995 Rabin fu assassinato e Netanyahu sempre più condizionato da gruppi fondamentalisti, cui poco interessa la democrazia e assai la riconquista di “Eretz Israel”. Quindi è utopistico pensare ad un accordo di pace quando l’art 7 dello Statuto di Hamas è chiarissimo ”l’ultimo giorno non verrà, finchè tutti i mussulmani non combatteranno contro gli ebrei e non li uccideranno e fino a quando gli ebrei si nasconderanno dietro una pietra o un albero e la pietra e l’albero diranno o mussulmano o servo di Allah c’è un ebreo dietro di me, vieni ed uccidilo”.
Articolo a cura di Piero Negri