A Palestrina c’è grande attesa per la presentazione della seconda edizione del volume “Praeneste Cantat” della prof.ssa Renata Tomassi, l’incontro letterario è previsto domenica 26 marzo alle ore 18.00 presso la Biblioteca Comunale Fantoniana.
L’evento è promosso dalla Fondazione “Giovanni Pierluigi da Palestrina” e sarà introdotto dal Presidente e i Direttori artistici dell’Istituzione rispettivamente il dott.Marco Angelini, la prof.ssa° Cecilia Campa e il prof. Johann Herczog; il libro sarà poi presentato dal giornalista Angelo Pinci in presenza dell’Autrice che abbiamo intervistato per l’occasione.
Siamo rimasti molto colpiti dall’entusiasmo e dalla carica dell Signora Tomassi, attraverso un raro slancio emotivo e una particolare tensione morale ci affascina con la descrizione di uno spaccato di storia musicale legata al territorio; il suo è certamente il giusto tributo ad una meravigliosa città nella quale la storia e la tradizione artistica si fondono con la cultura e il gusto della popolazione.
Professoressa Tomassi come mai è stata pensata una seconda edizione del libro “Praeneste Cantat”?
“La prima edizione di questo volume è stata presentata nel 1998 per volontà del Comune di Palestrina e del Circolo “Roberto Simeoni” del quale io facevo parte come appassionata di studi e ricerche della storia della regione prenestina; mi pare che la pubblicazione ebbe un gran successo, immagini che tutte le copie furono vendute in un solo anno! A distanza di venticinque anni il Circolo “Simeoni” esiste ancora ma alcuni progetti sono cambiati così come sono cambiate le Amministrazioni comunali che nel tempo si sono succedute.
La Fondazione “Giovanni Pierluigi da Palestrina” ha invece raccolto con entusiasmo le sollecitazioni di molti concittadini e circa un anno fa mi ha proposto di realizzare questa seconda edizione, del resto la Fondazione si occupa di musica e io parlo di cronache musicali.”
Il Volume è stato aggiornato con delle integrazioni?
“Certamente in quanto questa nuova pubblicazione arriva fino al XXI secolo mentre la precedente si fermava al secolo passato con “cronache musicali dal XVI al XX secolo; quindi il libro è stato riveduto e ampliato in relazione a quest’ultimi tempi di vita musicale della città di Palestrina, si sono infatti venute a costituire delle bande e dei nuovi cori polifonici e si è sentita l’esigenza di parlare di queste realtà, ecco la “rinascita” di questo libro.”
Come mai si è interessata della pratica musicale prenestina?
“Vorrei sottolineare che non sono una musicista e neanche una musicologa ma una corista, per tanti anni ho fatto parte di cori polifonici e ho avuto così modo di frequentare e praticare la polifonia; ma soprattutto mi sono avvicinata all’argomento delle cronache musicali perché il mio spiccato interesse per la storia locale mi porta in questa direzione.”
Certo che in una fase critica come quella attuale, in particolare per il libro e per la lettura, è veramente un grande trionfo quello di avere delle sollecitazioni dalla cittadinanza a ripubblicare una nuova edizione di un volume così specifico seppure coinvolgente perché parla del territorio
“Si infatti il mio tentativo, non so se ci sono riuscita, è quello di creare una sorta di affresco socio – storico di Palestrina con un fil rouge delle cronache musicali. “
Come è strutturato il libro?
“Il libro è diviso in quattro parti, all’inizio la storia del coro come struttura liturgica successivamente si entra nelle realtà musicali specifiche di Palestrina e infine una sezione più riflessiva che si intitola “quale futuro?” Cioè alla luce dei dati raccolti quali sono le potenzialità di questa Città? Veramente la Città di Palestrina si può definire Palestrina Città della Musica? Il libro si conclude con questo interrogativo al quale seguono proposte e ipotesi.”
Vogliamo rivolgere molti complimenti e un grande in bocca al lupo alla professoressa Renata Tomassi ed alla Fondazione “Giovanni Pierluigi da Palestrina” che con lungimiranza ha contribuito al sostegno di un’iniziativa che rappresenta un approfondimento e contemporaneamente uno stimolo a mantenere in essere quella grande tradizione artistica, specificatamente musicale, che ci ha fatto affermare nel mondo.
Massimiliano Negri