La riforma fiscale 2023 contempla l’annullamento delle cartelle esattoriali antecedenti al 2015 e inferiori ai mille euro; per le cartelle del suddetto importo ma successive al 2015 è previsto un pagamento senza sanzioni e interessi.
In ogni caso le sanzioni saranno più basse per tutti i contribuenti non in regola con il Fisco.
La linea è quella di alleggerire la pressione fiscale consentendo a tutti di diventare onesti contribuenti attraverso una base imponibile e creando le condizioni per attirare più investimenti all’Estero.
Prevista dal Governo una riforma per le aliquote dell’Irpef; già con il Governo Draghi i cosiddetti “scaglioni” erano stati ridotti da cinque a quattro determinando i seguenti tetti per il calcolo delle relative aliquote per i contribuenti:
1° scaglione – reddito fino a 15mila euro – aliquota 23%
2° scaglione – reddito da 15mila a 28mila euro – aliquota 25%
3° scaglione – reddito da 28mila a 50mila euro – aliquota al 35%
4° scaglione – reddito oltre i 50mila euro – aliquota 43%
Il Viceministro dell’Economia Maurizio Leo dichiara:
“La prospettiva è di ridurre le aliquote irpef anche a tre, fermo restando la necessità di individuare le dovute coperture attraverso la Ragioneria generale impedendo scostamenti di bilancio.”
I lavori preparatori alla riforma del Fisco partiranno già nei prossimi giorni.
Oltre alla riduzione delle aliquote è prevista la definizione di un modello duale nel senso che ci saranno due parametri di valutazione uno per i redditi da lavoro e l’altro per quelli da investimento (capitali e immobiliari) per i quali ci sarà un’imposta proporzionale.
Previsto inoltre un quoziente familiare ancora tutto da definire ma che valuterà la costituzione del nucleo familiare per calibrare il conteggio delle imposte da applicare.
Altro punto particolarmente interessante per le aziende è l’annuncio di un percorso di totale cancellazione dell’Irap (Imposta regionale sulle attività produttive) magari bilanciato da un’addizionale Ires (Imposta sul reddito delle società).
Massimiliano Negri